Madrigal Elektromotoren,
la società tedesca che dà il titolo a questo secondo episodio, ne
costituisce anche il punto di partenza per mostrarci le prime
conseguenze della caduta rovinosa di un impero criminale.
Il cerchio intorno a coloro che costituivano gli ingranaggi del sistema di potere di Gus si stringe lento ed inesorabile, lasciando per alcuni l’opzione della morte come unica via di uscita.
Morte che si presenta già nel raggelante cold open sotto forma di suicidio del capo del settore alimentare della Madrigal, il signor Schuler,
compiuto per sfuggire alla vergogna dell’arresto. Una scena di apertura
di grande impatto, come spesso accade nella serie, dove le tonalità di
grigio predominanti si sposano perfettamente all’alienazione e al
distacco con cui il dirigente tedesco compie il suo gesto; il tutto
egregiamente accompagnato da una colonna sonora metallica che detta il ritmo crescente della tensione narrativa.
Non manca ovviamente una sana dose di dark humor, nel pieno
stile Breaking Bad, presente sia nella sequenza iniziale dell’assaggio
delle salse, sia nel finale quando, all’attimo del trapasso di Schuler e
al precipitare del suo corpo senza vita al suolo, corrisponde
simultaneamente, con un tempismo surreale, lo scarico dal water.
“I don’t
know what kind of movies you’ve been watching, but here in the real
world, we don’t kill 11 people as some kind of prophylactic measure”.
Questo presagio di morte mette in allarme un’altra componente dell’organigramma criminale che faceva capo a Gustavo Fring, Lydia.
In un clima sempre più pesante ed incerto, anche questa donna, in
apparenza non molto a suo agio con la clandestinità, vede la morte come
unica soluzione ad ogni problema, portando a Mike una lista di 11 nomi da eliminare prima che qualcuno di loro ceda alle pressioni della Dea.“These are my guys, and they are solid” gli risponde l’anziano ex poliziotto con la solita freddezza che lo contraddistingue.
In una situazione che si fa di giorno in
giorno più precaria e problematica, Mike sembra essere l’unico
personaggio a conservare una lucidità di giudizio ed una visione
lungimirante del quadro generale che purtroppo non dimostrano altri
personaggi.
“You are a timebomb… tick-tick-ticking, and I have no intention of being around for the boom”.
“dell’oro nelle strade” lasciato da Gus, la risposta di Mike non può che essere un secco e profetico rifiuto.
Walter è una bomba che sta per esplodere, ormai completamente in balia
del suo delirio di onnipotenza che gli fa credere di essere solo agente
determinante del destino suo e di chi gli sta intorno (“Because I said so”). Jesse non se ne è reso ancora bene conto, divorato com’è dai sensi di colpa e dalla necessità di avere una guida in
una vita altrimenti senza punti di riferimento; Mike invece è l’unico
ad aver capito la verità. Sa che presto tutto quello che si troverà
intorno a Walter White sarà destinato a sprofondare con lui – come
dimostrato dal flashforward dello scorso episodio – ed è quindi meglio stargli il più lontano possibile.
Purtroppo
per Mike, il fato lo metterà nella condizione di dover riconsiderare le
proprie scelte. La Dea, infatti, grazie ai numeri di conto ritrovati lo
scorso episodio, è riuscita a rintracciare i depositi off-shore
di Gus all’estero e con esso tutti i soldi destinati ai suoi uomini più
fidati, tra cui i due milioni di dollari per la nipotina di Mike.
Anche qui l’ex braccio destro di Fring dimostra tutta la sua abilità ed esperienza: prima nell’interrogatorio con Hank, dove rimane calmo ed imperturbabile – spettacolare quando mette le mani sul tavolo e svela il bluff dell’agente Gomez- anche quando Schrader lo mette spalle al muro con i numeri di conto; e poi a casa di Chow, quando capisce subito il piano del suo ex-sottoposto e lo coglie alla spalle, facendolo fuori nonostante il dispiacere.
il turno di Lydia,
però, qualcosa ha portato Mike a cambiare idea. Le suppliche della
donna, che di fronte alla fine ormai imminente riesce solo a pensare
alla figlia e al fatto che dopo la sua scomparsa ella possa pensare che
la madre l’abbia abbandonata, portano Mike a cambiare la sua decisione.
Il pensiero di non lasciar niente alla nipote (the family),
dopo tutto quello che ha fatto per Gus, lo spinge non solo a risparmiare
la vita di Lydia, ma anche ad accettare la proposta di partnership con
Walter, recuperando per lui anche la metalammina, fondamentale per
ricreare il suo “prodotto”.
“When we do what we do for good reasons, then we’ve got nothing to worry about. And there’s no better reason than family”.
“Tutto
è giusto se lo si fa per la famiglia”: Walter ha fatto di questa
massima un motivo per andare avanti fin dal primo episodio della serie.
Ogni sua azione, ogni barriera che sfondava nella sua discesa verso
l’abisso era fatta solo ed esclusivamente per assicurare un futuro alla
sua famiglia. Questo rendeva comprensibile ai suoi – ed ai nostri –
occhi il proprio modo di agire, per quanto avesse delle conseguenze
sempre più crudeli ed insopportabili. Ma adesso è ancora così? Questa
del “
bene della famiglia” è ancora una motivazione
vera, oppure è solo una maschera dietro cui nascondere qualcos’altro, un
meccanismo di auto-assoluzione atto solo ad alimentare una sete di
potere che si fa a poco a poco sempre più cieca e vorace?
Quello portato sugli schermi da un sempre superbo Bryan Cranston
in questi primi due episodi, è un Walter White che ormai ha superato
ogni limite morale consentito, e che non ha la minima intenzione di
fermarsi. Heinsenberg ha ormai preso il completo controllo in preda ad un god complex
che lo autorizza a fare tutto non rispondendo a nessuno se non a se
stesso, anche a costo di fare del male alle persone che lui si prefigge
di proteggere, come Skyler.
Schiacciata sotto il peso del rimorso verso quanto successo a Ted
e terrorizzata da un marito che stenta a riconoscere, un estraneo,
rappresentato da un’inquadratura a mezzo busto di cui non si riesce a
scorgere l’identità, la donna di casa White non riesce a far altro che
rimane nel letto tutti i giorni, alla ricerca anche lei di una via di
fuga che purtroppo non esiste.
Madrigal è un episodio preparatorio, ma non per questo
poco significativo. Da una parte vengono introdotti dei nuovi personaggi
(Lydia, i dirigenti della Madrigal), mentre dall’altra continua il
lavoro poderoso fatto sui personaggi, che ci consegna un ritratto
agghiacciante di Walter White, sempre più privo di umanità. Al centro
dell’episodio però emerge la figura di Mike -interpretato da un
incredibile Jonathan Banks – l’anziano “problem solver”
che riesce a vedere più lontano degli altri, ma che suo malgrado non è
in grado di sfuggire a ciò che sta per arrivare.
Di Joy Black
Fonte: Seriangolo.it