venerdì 24 maggio 2013

Breaking Bad, chi è il più cattivo di tutti?



La 'questione morale' è uno degli aspetti più interessanti di Breaking Bad. La serie, una delle più amate, meglio realizzate e più premiate degli ultimi anni, presenta una collezione di personaggi dal comportamento discutibile. I commenti e le critiche a questo aspetto della creazione di Vince Gilligan (al via in Italia la quarta stagione e negli Usa la quinta) hanno impegnato critici tv affermati e appassionati spettatori. Non ci sono santi né eroi e Walter White, il professore di chimica che dopo una vita di ordine e disciplina attraversa il confine tra onestà e delinquenza, è forse l'emblema dell'ambiguità morale della serie premiata con manciate di Emmy Awards. Ma è proprio capire dove sta il confine e di quanto l'ha superato che avvince e alimenta il dibattito. E così accade per tutti gli altri personaggi.
C'è chi ha disturbato la filosofia morale di Kant, chi le tragedie greche, chi la teoria del karma per descrivere quanto accade in Breaking Bad. Ventidue tra psicologi, filosofi e sociologi hanno addirittura scritto un saggio sull'argomento, Breaking Bad and Philosophy: Badder Living Through Chemistry. La webzine Flavorwire invece ha redatto una classifica che ordina i personaggi dal più 'buono' al più 'cattivo'.

 Buoni? - Sul più buono non ci sono in realtà molto dubbi: è Walter White Jr. il figlio del protagonista, che soffre di una emiparesi e nelle stagioni già andate in onda non si macchia di colpe particolari; anzi, si distingue per la sua sofferenza fisica e psichica e per i tentativi che compie di non mandare a rotoli la famiglia. Un adolescente che quando i genitori si separano cambia il proprio nome per prendere le distanze da quanto accade. Uno dei motivi del primato di bontà conferito a Jr (come viene chiamato dal padre) è però, secondo più di un osservatore, dovuto al fatto che è quello su cui sceneggiatore e regista hanno lavorato di meno. Beata gioventù, verrebbe da dire, perché gli adulti invece non sono dei santi, nemmeno quelli che in prima istanza sembrano tali. A cominciare dagli zii, Marie e Hank Shrader, rispettivamente infermiera e agente dell'antidroga di Albuquerque: la prima è cleptomane, bugiarda, invadente; Hank invece è uno di quei poliziotti politicamente scorretti che chiama i messicani 'mangiafagioli', non si fa scrupoli a menare le mani e abusare del potere conferitogli dal distintivo. Tormentati – Moralmente più reprensibili invece Skyler White (moglie di Walt), Mike Ehrmantraut (il tuttofare del narcotrafficante Gus Fring) e il coprotagonista Jesse Pinkmann. Skyler, che in un primo tempo incarna i principi della mamma amorevole e onesta, sebbene un po' trascurata, progressivamente si rivela capace di falsificare i bilanci della società in cui lavora, tradire il marito e infine assumere un atteggiamento molto tollerante nei confronti del malaffare di Walter. Mike è mosso da sentimenti di fedeltà, spirito di sacrificio e una invidiabile flemma, peccato che metta tutte queste ottime qualità al servizio del peggior delinquente della città. Jesse Pinkmann compie durante le prime tre stagioni un percorso inverso rispetto a Skyler. Inizialmente è un piccolo produttore di metanfetamina e un grande bullo di quartiere, ma la sceneggiatura lo porta prima a innamorarsi di una ragazza e poi a disintossicarsi dalla dipendenza dai cristalli blu che produce e così cambiare atteggiamento nei confronti della vita (anche di quella illegale che però continua a praticare).

Bad (breaking) – I più cattivi sono, secondo Flavorwire, l'avvocato Saul Bellow, il protagonista Walter White e il narcotrafficante Gustavo Fring. Saul è eticamente reprensibile, ma rientra nei cliché dell'avvocato senza scrupoli, sempre pronto a tradire la propria deontologia professionale e, se serve, anche la legalità. Niente a che vedere, comunque, con Walt e Gus.
Il primo è il vero rebus morale dei Breaking Bad, un personaggio che potrebbe essere stato descritto da Dostoevsky. La razionalità che si mette al servizio del crimine, un uomo che fa i conti con le proprie scelte ma, come ha dichiarato il produttore Vince Gilligan: “Fa cose di cui c'è da pentirsi, ma prima le fa, poi si pente”. Walter White ha sempre qualche dilemma interiore da risolvere, qualche scelta da fare, qualche (sua) regola da infrangere. La recitazione di Bryan Cranston unita alla ricchezza del personaggio è stata giustamente premiata da tre Emmy Awards consecutivi per le prime tre stagioni. Non da meno come recitazione e scrittura del personaggio Gustavo Fring (interpretato da Giancarlo Esposito): un cattivo che sembra un buono, che compie i suoi crimini con la professionalità puntigliosa con cui gestisce la propria catena di fast-food. Non ha gli atteggiamenti del malvagio e non sembra spinto da cattivi sentimenti, ma in realtà non si fa scrupoli a uccidere (anche i bambini se necessario). È senza dubbio il personaggio della serie tv in cui essere e apparire presentano lo iato maggiore. E chissà quali sorprese riserveranno le ultime due stagioni. 

Fonte: mag.sky.it

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