venerdì 14 marzo 2014

Aaron Paul, da Breaking Bad al cinema:



Need for speed è uno di quei film da vedere attraverso gli spazi tra le dita delle mani. Almeno per quanto mi riguarda.

Narra della vendetta dell’onesto meccanico Tobey Marshall, asso delle corse d’auto clandestine, contro l’arrogante Dino, che lo aveva mandato in prigione per un crimine non commesso. Per quasi due ore, sullo schermo passano come razzi auto potentissime (in gergo, muscle car) che si inseguono, si tamponano e sembra sempre che stiano per schiantarsi, e tu con loro (da qui, l’utilità delle mani).

Il protagonista della pellicola, ispirata all’omonimo videogame, è Aaron Paul, riuscito nel difficile compito di spogliarsi dei panni di Jesse Pinkman di Breaking Bad e dimostrare doti di immedesimazione. Non a caso, a volerlo in questo ruolo è stato il produttore in persona, un certo Steven Spielberg. E alle colleghe che mi hanno chiesto «com’è Jesse dal vivo?», ho risposto «Jesse è l’uomo perfetto». O perfettamente innamorato. Ecco perché.

Era un fan dei racing film anche prima di Need For Speed?«Sì. Sono un grande ammiratore di Steve McQueen e, quando all’inizio chiesi al regista come si immaginava il protagonista, lui mi parlò proprio di Bullitt (il film del 1968, con il famoso inseguimento automobilistico per le strade di San Francisco, interpretato dall’attore-pilota scomparso nel 1980, ndr). Fu questo a convincermi ad accettare il ruolo».

Perché gli uomini impazziscono per le muscle car?
«Sono l’equivalente dei trucchi del make-up per le donne. Da piccoli noi giochiamo con le macchinine, le sbattiamo, immaginiamo che facciano incidenti. Da grandi le sostituiamo con le auto vere. Ha a che fare con la velocità, l’adrenalina».

Questo non mi sembra il classico film solo «per maschi».
«No, anche perché non propone un’immagine della donna come semplice "corpo". Non c’è niente di volgare, anche se sarebbe stato facile deragliare su quello. I personaggi femminili sono tutti esseri umani forti, intelligenti e potenti».

In Breaking Bad è un criminale, in questo film è uno che cerca vendetta. Eppure lei ha l’aria del bravissimo ragazzo.
«Vorrei dire che i miei personaggi non sono proprio cattivi. O meglio, lo sono, ma hanno anche un cuore. Sono stratificati, mutilati dentro, per questo li trovo così interessanti. Perché poi la vita è così».
Non pensa che questo film possa dare il cattivo esempio? «È solo cinema, il cui scopo è intrattenere. E poi tutti i personaggi alla fine pagano per le proprie azioni. Anzi, al contrario, penso ci sia un messaggio positivo: "Ecco cosa succede se si fanno certe cose"».

Jesse e Tobey sono entrambi dipendenti: il primo dalle metanfetamine, il secondo dalle corse. Anche lei ha qualche dipendenza?
«La pizza, forse. Credo di preferirla a qualsiasi cosa al mondo. E poi, la musica».

Lei si è sposato con Lauren Parsekian nel maggio del 2013. Da allora, non passa giorno in cui non le dichiari il suo grande amore su ogni social network. Era così «perfetto» anche prima di incontrare lei?
«Sì, sono sempre stato un romantico innamorato dell’amore. Avere incontrato mia moglie ha fatto sì che questo venisse fuori in modo ancora più intenso».

L'intervista completa su Vanity Fair in edicola da mercoledì 12 marzo; sopra, le foto di Aaron Paul da Breaking Bad a Need for Speed.

Fonte: vanityfair.it

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