giovedì 27 marzo 2014

Breaking Bad - Stagione 3 (Recensione)




La seconda stagione si era conclusa nella tragedia: Jane è morta e suo padre Donald Margolis e il suo ragazzo, Jesse Pinkman (Aaron Paul), sono distrutti. Walter White (Bryan Cranston) avrebbe potuto salvarla evitando così la catastrofe aerea della collisione dei due aerei in volo di cui Donald è responsabile. Responsabilità: Walt finalmente capisce che le sue azioni hanno delle ripercussioni. Anche l’unita della sua famiglia ha risentito del suo lavoro come cuoco di meth e delle sue decisioni: la moglie Skyler (Anna Gunn) non solo lo sbatte fuori di casa e vuole il divorzio ma, per vendetta, va anche a letto con Ted Beneke (Christopher Cousins), il suo capo.

No Más” quindi. Basta, basta così. Walt si ritira dagli affari e, nel tentativo di riconquistare Skyler e di riunire la famiglia, torna al suo vecchio lavoro di insegnante. Quando Jesse finisce la riabilitazione e si mette a cucinare in proprio usando la formula del professore però, Walt torna sui suoi passi e accetta l’offerta di Gustavo Fringe (Giancarlo Esposito): dirigere un laboratorio di meth tutto suo.
Dal Messico Marco e Leonel Salamanca (rispettivamente Luis e Daniel Moncada) giungono ad Albuquerque per vendicare la morte del cugino, Tuco Salamanca.

Gus però riesce a sviarli sul vero assassino: Hank Schrader (Dean Norris), cognato di Walter e agente della DEA. Hank, a sua insaputa sempre sulle tracce del cognato, riesce a risalire al camper sul quale Jesse e il professor White avevano cucinato meth all’inizio del loro sodalizio (durante la prima season) e mette le mani su Jesse. Jesse, ora in proprio, cucina e vende meth al circolo di recupero per ex-tossicomani che frequenta e lì vi conosce Andrea Cantillo (Emily Rios), giovane ragazza madre con la quale instaura una relazione.
Walt accetta la proposta di Gus e lui e il suo nuovo assistente Gale Boetticher (David Costabile) si mettono a cucinare a cottimo. “Más”: di più, sempre di più.

Ma il professore seppur soddisfatto di Gale, lo licenzia in favore di Jesse, per il quale nonostante i contrasti è ormai chiaro nutra un amore filiale. Gli screzi ricominciano nel momento in cui Pinkman scopre che il suo amico Combo, che spacciava per lui, è stato ucciso per questioni di possesso del territorio da Thomas, fratello minore di Andrea e sfruttato dagli uomini di Gus come spacciatore. Gus riesce a riportare la pace facendo promettere ai due scagnozzi di non sfruttare più il ragazzino. Ma quando Thomas viene ucciso da questi, Jesse parte a testa bassa per eliminarli: Walter correrà allora in aiuto dal socio, finendo per l’ennesima volta nei guai.

Con la terza stagione Breaking Bad entra definitivamente nel novero delle migliori serie tv della storia: la trama è semplice ma mai scarna e la vicenda mantiene il livello di coinvolgimento delle prime due – anzi, lo supera – trattenendo lo spettatore incollato allo schermo dal primo all’ultimo fotogramma senza mai “stancarlo” o fargli calare l’attenzione. Gilligan inoltre riesce sapientemente a inquadrare le vicende di tutti i personaggi, e collegarle senza far perdere il filo al pubblico, a quel filo conduttore che è l’ascesa criminale di Walter White/Heisenberg. Nessuna sbavatura: la fotografia è azzeccatissima, capace di dare un colpo d’occhio davvero soddisfacente, e così anche il montaggio che, accattivante e completato di un ottimo sonoro mai invadente, fanno davvero di Breaking Bad una serie imperdibile.

Capolavori le puntate “Half Measures”(Mezze Misure) “Full Measures” (Niente Mezze Misure): anche Jesse diventerà un assassino. Una menzione merita la decima puntata, Caccia Grossa (“Fly”), al centro di una discussione tra i fan: l’episodio vede come unici attori in scena Bryan Cranston e Aaron Paul nel laboratorio mentre cercano di eliminare una mosca (“fly” appunto in eng.) possibile agente contaminante durante la cottura della partita di meth. Se alcuni criticano la puntata come noiosa e molto lenta, questa risulta invece piacevolmente “atipica” nonché funzionale: le divertenti gag di cui i due imbranati cacciatori sono protagonisti risultano in linea con i loro personaggi - che in certe situazioni sono ancora goffi, seppur non così imbranati come nelle stagioni precedenti - e riescono ad allentare la tensione di una stagione molto ricca di momenti drammatici e di violenza in vista delle ultime tre puntate finali.

Ad una sceneggiatura coinvolgente si affiancano le interpretazioni di spessore di tutto il cast tra i quali spiccano Bryan Cranston premiato per il terzo anno consecutivo con l’Emmy Award per la migliore interpretazione drammatica e con il Satellite Award; e Aaron Paul vincitore anche lui dell’Emmy Award per il migliore attore non protagonista in una serie drammatica e del Satellite Award. La serie infine si aggiudica il prestigioso Television Critics Award come migliore serie drammatica e il Saturn Award come migliore serie via cavo.

Fonte: spaziofilm.it
Di: Riccardo Vailati

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